Reuven Feuerstein, psicologo rumeno di origine israeliana, ha dedicato la vita alla costruzione della matrice teorica dell’educazione cognitiva elaborando un metodo che si fonda sulla convinzione che ogni individuo è «modificabile» e può potenziare i suoi processi cognitivi, attivando risorse ancora latenti.
Il Metodo Feuerstein, che prende il nome dal suo fondatore, si caratterizza quindi come uno dei primi approcci metacognitivi apparsi in ambito educativo e riabilitativo ed è utilizzato in tutte le situazioni in cui è necessario potenziare le risorse umane, basandosi sull’assunto che l’aspetto cognitivo di ogni individuo è plastico, malleabile, permeabile e che è dunque possibile potenziare i suoi processi cognitivi con l’aiuto di un mediatore che lo aiuti a imparare a… imparare.
Il metodo, molto usato in tutto il mondo anche nella formazione aziendale, si fonda su tre concetti basilari:
- La concezione olistica dell’individuo, visto nella sua integrità
- La teoria della modificabilità cognitiva strutturale, secondo la quale l’individuo è «modificabile» sul piano cognitivo a ogni età
- L’esperienza di apprendimento mediato, cioè il tipo di relazione attraverso cui può essere indotta la modificabilità.
Il Metodo Feuerstein fornisce strumenti che migliorano la capacità di apprendere attraverso la creazione di un ambiente favorevole all’insegnamento–apprendimento e allo sviluppo dell’autostima attraverso l’ascolto e l’attenzione ai diversi stili cognitivi.
Nel Metodo, viene privilegiata la riflessione sui processi mentali piuttosto che la trasmissione di contenuti, attraverso esercizi carta-matita che permettono al mediatore di stimolare una riflessione meta-cognitiva.
Compito del mediatore non è quindi quello di dare delle risposte ma di indirizzare e orientare all’analisi dei processi di pensiero messi in atto durante la risoluzione dei problemi, fornendo cioè consapevolezza metacognitiva sul proprio modo di apprendere.