
La tecnica del counseling approda in Europa negli anni settanta, come servizio di orientamento pedagogico e strumento di supporto nei servizi sociali e di volontariato. È fondamentale comprendere che si tratta di un intervento specifico e non di una ramificazione della psicoterapia; la traduzione più indicata è ‘Relazione di Aiuto Professionale’, da non confondere con una relazione amicale, nella quale i confini di un eccessivo coinvolgimento e dell’identificazione sono assai ambigui.
La psicoterapia è orientata alla persona con disturbi di personalità (nevrosi, psicosi), mentre il counseling si focalizza sul benessere della persona, promuove una strategia di mantenimento della vitalità, della salute e di prevenzione, di supporto in situazioni di disagio e di crisi che non siano riconducibili alla struttura della personalità, per favorire la consapevolezza e l’adattamento funzionale, facendo leva sulle risorse che ogni persona può mettere in campo, sperimentando nuove possibili soluzioni, stimolando un adattamento creativo alle condizioni ambientali.
I campi di maggiore applicazione del counseling sono quello scolastico, aziendale, sanitario, della sessualità, transculturale, dell’emergenza. Una seduta di counseling può essere individuale, di gruppo, di coppia o familiare ed è possibile (e in uso) svolgere sedute di counseling al telefono e online.
Se proviamo ad analizzare i tre termini: relazione-aiuto-professionale ci rendiamo conto di come la ‘relazione’ implichi un rapporto interattivo tra due o più persone che comunicano tra loro; se le persone non si incontrano e non interagiscono, la comunicazione non si trasforma in relazione e resta una semplice trasmissione di informazioni. “L’aiuto” è un atto di assistenza nei confronti di un’altra persona per facilitarle il superamento degli ostacoli cognitivi ed emotivi, rendendo possibile la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità che la persona possiede.
‘Professionale’ si riferisce alla persona competente nella pratica della propria professione. Quindi la Relazione di Aiuto Professionale è la relazione tra chi esprime un bisogno, una richiesta, una difficoltà e chi ha le competenze necessarie per rispondere.
L’obiettivo è quello di facilitare l’altro nel superamento della situazione che l’ha portato a chiedere aiuto, restituendogli autonomia e favorendo un maggior livello di autostima. Per raggiungere l’obiettivo, l’operatore deve diventare un ‘facilitatore’, cioè aiutare l’altro a prendere una decisione, e non già trovare una soluzione al suo problema.
Suo compito è quello di comprendere la difficoltà nei termini in cui si pone per quella persona in quel particolare momento e aiutarla ad affrontarla in modo adattativo, facilitando le condizioni favorevoli alla sua crescita per il superamento della difficoltà stessa.
A Officine Olistiche è Lucia Morello la Counselor di riferimento.
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